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Sequestrati animali in un noto rifugio lombardo

COMUNICATO STAMPA RETE DEI SANTUARI DI ANIMALI LIBERI

Sequestrati animali in un noto rifugio lombardo

Quelle che fino a qualche giorno fa sembravano chiacchiere e delazioni, si sono trasformate in realtà.
Un realtà durissima e aspra.
Che ha portato al sequestro penale di due lotti di animali (maiali e cinghiali). Sequestro per maltrattamento.
Le segnalazioni dei volontari, le denunce degli stessi per gravi reiterati maltrattamenti, negligenze e incuria hanno portato ad ispezioni tutt’ora in corso da parte del corpo forestale dello stato. La vicenda giudiziale farà il suo corso.
Non esiste un complotto.
Le uniche vittime, come spesso accade, sono gli animali.
La Rete dei Santuari di Animali Liberi ben lungi dal desiderio di alimentare polemiche e confusione, intende sostenere gli attivisti e le attiviste, i volontari e le volontarie che, nonostante le intimidazioni e le minacce, non hanno esitato a prendere le distanze e a denunciare i gravi fatti nella gestione degli animali ospiti di quel rifugio.
Il rifugio in questione non fa parte della Rete dei Santuari.
Non rispettava i principi basilari contenuti nella carta dei valori, cui tutti i santuari, dal nostro punto di vista dovrebbero far riferimento. Non vi aderiva sia per mancata coerenza con i principi più elementari che dovrebbero animare un santuario, sia per logiche di gestione degli animali inaccettabili per un santuario, mutuate dal mondo dell’allevamento e della pastorizia (animali chiusi in stalle e gestiti non in libertà, ma secondo gli standard degli allevatori, e spesso anche custoditi presso allevamenti che vengono retribuiti per la loro gestione e ospitalità, nonché animali gestiti in gregge condotti da pastori).
Noi riteniamo che i rifugi vadano aiutati e non denunciati o denigrati, per tanto, alle numerose segnalazioni, inizialmente abbiamo sempre suggerito e invitato i volontari a tentare di cambiare le cose e contribuire perché le mancanze potessero risolversi. Non di meno, di fronte all’illogica negazione che esistessero dei problemi da risolvere da parte della gestione del rifugio in questione e alla continua e sprezzante ricerca di sempre nuovi animali da accogliere, anche acquistandoli (e quindi continuando ad alimentare il mercato della morte) senza aver prima sistemato adeguatamente quelli già in essere, i volontari sono stati messi in condizione di andarsene o addirittura allontanati. Con questo grave risultato.
Invitiamo chiunque decida di sostenere un santuario di visitarlo e verificare come vengono tenuti gli animali.
Tutti.
Non solo i pochi testimonial esposti al pubblico e mostrati alle visite.
Noi abbiamo le porte aperte e vi aspettiamo.