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Comunicato stampa #2 – 15 settembre 2023

COMUNICATO STAMPA, FOTO E VIDEO RETE DEI SANTUARI DI ANIMALI LIBERI IN ITALIA

Sairano, Pavia: attivisti barricati nel rifugio Cuori liberi per impedire l’ingresso dei veterinari e l’uccisione dei maiali contagiati da peste suina

“Siamo decisi a resistere e ad opporci fino alla fine, con i nostri corpi. Le nostre logiche sono opposte a quelle che regolano gli allevamenti: in rifugio gli animali malati si curano, non si ammazzano”

Decine di attivisti sono attualmente barricati dentro il rifugio Cuori liberi a Sairano (PV), tentando di impedire l’accesso ai veterinari dell’Azienda sanitaria locale e delle autorità che vorrebbero abbattere i maiali ospiti del rifugio fra cui molti, seppur contagiati da peste suina, attualmente godono di un buono stato di salute. Ricordiamo che il rifugio infatti era da settimane sotto sequestro, attenzionato dalle autorità che stanno gestendo, a suon di abbattimenti di massa, la peste suina arrivata in Lombardia.

Gli attivisti sono determinati a non cedere, alcuni si sono legati ai cancelli e posizionati sulle balle di fieno difendendo ogni punto di accesso. Sono state predisposte barricate con assi di legno e trattori a difesa dei punti di ingresso alla struttura. “Richiediamo che i veterinari dell’ASL siano accompagnati da un veterinario di fiducia scelto dalla Rete dei Santuari”, dichiarano i portavoce. “Non permetteremo che animali liberi, che sono stati sottratti alla filiera produttiva e alla macellazione, vengano uccisi per sostenere logiche economiche che rifiutiamo e cerchiamo di contrastare in ogni modo”.
“Le autorità, senza tenere in nessun conto le nostre ragionevoli richieste di dialogo e collaborazione e neppure dello statuto speciale riconosciuto ai Rifugi in Italia, vorrebbero entrare nel rifugio e praticare l’eutanasia anche ai maiali sani che potrebbero sopravvivere al contagio. Le forze sono sproporzionate ma siamo decisi a resistere e ad opporci fino alla fine, con i nostri corpi. Non permetteremo che i maiali vengano abbattuti per preservare gli interessi economici dell’industria della carne, che ogni giorno smembra migliaia di corpi animali per essere venduti e mangiati . Le nostre logiche sono opposte a quelle che regolano gli allevamenti: questi animali non hanno uno scopo produttivo ed economico, in rifugio gli animali malati si curano, come si curerebbe un essere umano, non si ammazzano. La nostra resistenza ha una valenza simbolica, etica e politica perché nel mondo che immaginiamo gli animali hanno lo stesso diritto di vivere di ciascuno di noi”.

Da oltre una settimana gli attivisti presidiavano il rifugio pronti ad intervenire qualora la situazione fosse precipitata. Le richieste avanzante da parte della Rete dei Santuari di anima liberi, organizzatrice del presidio, era di poter tenere isolati e monitorati gli animali all’interno del rifugio ed intervenire con eutanasia solo in caso di sofferenza degli animali stessi. Le autorità vorrebbero invece procedere all’abbattimento di tutti gli animali, compresi quelli in salute. Ora si attende che la celere venga a sgomberare gli attivisti resistenti per entrare nella struttura”.

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Rete dei Santuari di animali liberi
Sara d’Angelo
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